STRASALERNO 2012: GARA
30/4/2012 ore 9:10- Sensazioni
durante e dopo la gara.

Eccomi a mettere nero su bianco
la giornata di ieri con le sue emozioni e le sue fatiche. Una giornata iniziata
presto, sveglia alle 6.00, subito al bagno e poi a
preparare la colazione. La sera prima avevo deciso di preparare sei fettine di
pane integrale, tre con la marmellata bio di mirtilli e tre con miele, un succo di frutta alla pesca bio con
sciroppo d’agave, una manciata di mandorle e un quadratino di cioccolato
fondente 85% cacao, evito la frutta e bevo acqua fino alle 8.00. Alle 7.00 arriva
il momento di prepararsi. Uso la vaselina su piedi, interno cosce e capezzoli, per
l’abbigliamento avevo preparato diverse soluzioni decidendo all’ultimo di
indossare il pantaloncino della Kalenji per favorire al massimo la
traspirazione visto che si prevedono temperature sui 25°C. La canotta l’ho
preparata la sera prima, i calzini sono quelli della Kalenji, sembrano un po’
stretti ma alla fine decido di indossarli prevedendo un ricambio nel caso in
cui, prima della gara, avessi avvertito qualche fastidio. Infine indosso il
cardio e la fascia. Alle 8.00 saluto Lisa e dò un bacio alle bimbe che ancora
dormono. Con Michele Auricchio l’appuntamento era intorno alle 9. Trovo subito
il parcheggio e mi faccio un primo giro per tastare l’organizzazione. Vado alla
ricerca di Ignazio, c’è il suo gruppo di pace maker ma lui non si vede, mi
dicono che è ancora in albergo....lo cercherò dopo. Michele arriva alle 9 e gli
conservo un posto dove parcheggiare, facciamo conoscenza e scambiamo qualche
parola. Con lui c’è un altro runner, anziano ma in forma, vi dirò alla fine
come ha chiuso la sua mezza. Ci dividiamo e vado nuovamente alla ricerca di
Ignazio mentre si avvicina l’ora di entrare nelle gabbie. Dopo aver usufruito
per l’ultima volta dei bagni, alle 9.45 sono pronto ad entrare nella gabbia
contrassegnata con la sigla MM35, ci sono i pace e chiedo nuovamente di Ignazio
che dovrebbe essere in zona a sistemare il suo gruppo con i palloncini. Lo vedo
scavalcare il nastro che separa la nostra gabbia da quella precedente, un
addetto alla sicurezza lo ferma e lo invita ad uscire, invano Ignazio cerca di
fargli capire il suo ruolo....seguo la scena divertito, poi mi avvicino e lo
saluto, scambiamo poche parole e lo lascio al suo ingrato compito(si capisce
che l’organizzazione gli ha creato non pochi problemi). Manca qualche minuto
alla partenza...pochi secondi...via! Nella mia mente scompaiono i calcoli dei
tempi, dei passaggi ecc., le emozioni prendono il sopravvento sulla razionalità
ma questa volta non mi faccio ingannare dai ritmi elevati che il gruppo impone
alla partenza. Un unico pensiero nella mia mente, mantenere un ritmo sui 5’/km
per poi valutare la condizione a gara avanzata. Questo ritmo è anche al di
sotto del mio fondo lento(4’50”/km). Correre a ritmi bassi è anch’esso un
sacrificio, la mente sembra elaborare più minuziosamente le sensazioni
provenienti dal corpo e questo mi provoca un po’ di tensione. Non riesco ad
estraniarmi del tutto dal contesto e la mia corsa, almeno da un punto di vista
mentale, non decolla. A piazza Mercatello mi guardo intorno, mamma dovrebbe
essere in zona, non mi ha detto che sarebbe venuta, ma io, non so perchè, mi
aspettavo la sua presenza...infatti la vedo sotto la pensilina, la chiamo ma
non mi vede. La presenza di persone care lungo il percorso genera sempre
emozioni positive, si avverte una scarica di adrenalina che non ti fa sentire
la fatica almeno per qualche metro. Fa molto caldo, cerco di approfittare di
tutti i punti di ristoro, siamo all’inizio e non sento la necessità di bere ma
è importante rinfrescare la testa e il corpo. Il ritmo intanto è sui 4’48”/km,
intorno all’8° km controllo per
la prima
volta la FC e resto meravigliato in negativo, 165bpm ad un ritmo di 4’50”/km
quando in allenamento a questi ritmi la FC non supera i 145bpm(140bpm la
media). La cosa mi mette un po’ di nervosismo e mi fa riflettere sulla
possibilità di aumentare il ritmo, così come avevo previsto, negli ultimi 5-6
km. Arrivo a metà percorso, il ritmo ora è 4’49”/km ma scende a 4’50”/km quando
passo nuovamente da piazza Mercatello e vengo “avvistato” da mamma e papà che,
non avendomi visto al primo giro sono rimasti lì nella speranza di vedermi al
secondo. Nonostante il ritmo sia sceso di un paio di secondi al km supero un
bel po’ di concorrenti, tutti affannati, questo mi porta un po’ di sicurezza
sulla mia gestione di gara. Non controllo più la FC sul cardio, decido di
correre a sensazione e piano piano aumento un po’ il ritmo. La mente sembra più
libera e la corsa più sciolta, non forzo, ora penso al 16°km, il punto in cui
nell’edizione precedente ho avuto il tracollo incontrando il fatidico “muro”.
Voglio utilizzarlo come trampolino per dimostrare a me stesso che quella
situazione è stata generata da una cattiva gestione del ritmo e da nient’altro.
Ci siamo, il momento di aumentare il ritmo è arrivato, inizia la mia corsa.
Mentalmente è un toccasana, scompaiono i timori e le paure. Porto il ritmo a
4’30”/km, la media scende km dopo km, 4’48”,4’47”,4’46”,4’45”/km. Mancano due
km quando guardo per l’ultima volta il cardio, il ritmo mi soddisfa e non forzo
più, supero altri concorrenti ma non cerco lo sprint finale, alla fine il mio
cardio segna un tempo di 1h41’24”, un ritmo medio di 4’45”/km, una distanza
percorsa di 21.330 metri(non dovevano essere 21.097?!?!)....sono semplicemente
soddisfatto dell’esperienza fatta in gara, ho migliorato il mio tempo sulla
mezza(1h44’58”) e ho preso coscienza di un fatto importante: la gara non è
l’allenamento. Per questo motivo devo migliorare alcuni aspetti molto
importanti per vivere bene la gara, prima, durante e dopo: la riprova sta nel
fatto che se avessi corso alla FC di allenamento avrei abbassato la
percezione della fatica
e il tempo
finale potendo gestire l’aumento di ritmo diversamente. All’arrivo proseguo nella mia corsa abbassando il ritmo e
facendo rientrare la FC su valori accettabili dopodichè camminando mi reco al
punto di riconsegna chip e qui mi rendo conto della totale disorganizzazione
che regna a Salerno quando si parla di corse podistiche: un solo stend
riconsegna chip e oltre 2000 atleti...incredibile!!! Per non fermarmi al sole
ad aspettare di stare male mi allontano e vado in macchina a bere il mio succo
di frutta bio alla pesca che prudentemente avevo messo in borsa. Incontro
l’amico di Michele(don Salvatore), l’amico anziano che ha partecipato alla
corsa e che si lamentava per il gran caldo. Mi ha raccontato di quando correva
lui(da giovane) nei lontani anni ’80 e dei suoi tempi di tutto rispetto dei
quali parlava con grande nostalgia. Gli ho fatto notare come il suo tempo
attuale sia di gran lunga migliore di tanti partecipanti più giovani e che è
normale avere questi cali dovuti all’età, l’importante è sapersi divertire
ancora, ancora....ancora.
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