23 OTTOBRE 2011 ore 10.00: seconda gara e debutto sulla distanza di 21km.
Una gara che modificherà il mio futuro approccio a tutte le competizioni podistiche, brevi o lunghe che siano. Prima di questa gara pensavo che la cosa più bella della corsa fosse insita nella corsa stessa e in ciò che essa rappresenta una volta comprese le sue tante sfumature: i preparativi, le sensazioni più o meno positive da verificare durante i primi metri, la bontà del ritmo impostato, la gioia del traguardo....tutto con la consapevolezza di aver goduto di sensazioni uniche e irripetibili rispettando i limiti imposti dal corpo e dalla mente, non gesti meccanici ma dettati dalla volontà di raggiungere il proprio futuro. Questo rende la corsa uno sport speciale, sei da solo con i tuoi limiti, anche se accanto hai altre persone sai che i conti li dovrai fare solo con te stesso. Quando ciò non avviene, cioè quando non rispetti questi limiti, vengono meno queste sensazioni e la corsa non è più speciale come credevi. Questo è ciò che è accaduto alla fine di questa gara....non mi sono divertito perchè non ho rispettato i miei limiti.
Parto dal 16°km quando tutto ha avuto inizio, quando si è manifestato il cosiddetto ‘muro del runner’, quando mentalmente e fisicamente si spegne tutto e non vedi l’ora di fermarti. I km finali sono stati un calvario, per giungere alla fine ho dovuto alternare corsa e cammino al cospetto di un traguardo che non arrivava mai. Seconda esperienza ed altri errori da memorizzare per non ripeterli in futuro. A differenza della gara di Polla questa volta conoscevo il percorso e avevo bene in mente il ritmo da tenere: niente di più facile, 5’/km come suggerivano tutte le prove fatte in allenamento e invece.....dopo la partenza sento le gambe ‘girare’ a mille, le assecondo e giudico il ritmo di 4’40”/km nelle mie possibilità....forse mi sono tenuto troppo cauto negli allenamenti, ho pensato. La strada scorre veloce sotto i piedi, i km passano e mi convinco sempre più di essere in grado di gestire questo ritmo, forse in gara funziona così, forse in gara hai più forza nella testa e nelle gambe. Ho detto già come è andata a finire, non mi sono divertito....questa non è la mia corsa.....questa non è la mia passione e, beffa finale, tempo di gara 1h44’58” cioè 5’/km...... Riflettendoci, dopo qualche ora, quando la mente ha ripreso lucidità e le gambe dignità, sono giunto alla conclusione che la corsa è sempre la stessa, è sempre lo sport speciale che avevo conosciuto fin da bambino, lei non è cambiata , forse sono cambiato io. Sulla mia bacheca ho affisso le foto di questa gara che mi ritraggono in una corsa innaturale e sofferente per ricordare a me stesso cosa la corsa NON E’ con la promessa di toglierle alla fine della prossima gara....quando, avendo fatto tesoro di queste esperienze, la corsa sarà tornata ad essere qualcosa di veramente SPECIALE.
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quello che....... la corsa non è |