TODAY I WILL.....

TODAY I WILL.....
OGGI VOGLIO.....ALLENARMI E DIVENTARE PIU' FORTE, NUTRIRMI CON CIBI SALUTARI, AVVICINARMI ULTERIORMENTE AL MIO OBIETTIVO, PRENDERMI UNA PAUSA PER APPREZZARE LA VITA, PIANIFICARE IL DOMANI

lunedì 24 ottobre 2011

STRASALERNO HALFMARATHON 2011





23 OTTOBRE 2011 ore 10.00:  seconda gara e debutto sulla distanza  di 21km. 
Una gara che modificherà il mio futuro approccio a tutte le competizioni podistiche, brevi o lunghe che siano. Prima di questa gara pensavo che la cosa più bella della corsa fosse insita nella corsa stessa e in ciò che essa rappresenta una volta comprese le sue tante sfumature: i preparativi, le sensazioni più o meno positive da verificare durante i primi metri, la bontà del ritmo impostato, la gioia del traguardo....tutto  con la consapevolezza di aver  goduto di sensazioni uniche e irripetibili  rispettando i limiti imposti dal corpo e dalla mente, non gesti meccanici ma dettati dalla volontà di raggiungere il proprio futuro. Questo rende la corsa uno sport speciale, sei da solo con i tuoi limiti, anche se accanto hai altre persone sai che i conti li dovrai fare solo con te stesso. Quando ciò non avviene, cioè  quando non rispetti questi limiti, vengono meno queste sensazioni e la corsa non è più speciale come credevi. Questo è ciò che è accaduto alla fine di questa gara....non mi sono divertito perchè non ho rispettato i miei limiti. 
Parto dal 16°km quando tutto ha avuto inizio, quando si è manifestato il cosiddetto ‘muro del runner’, quando mentalmente e fisicamente si spegne tutto e non vedi l’ora di fermarti. I km finali sono stati un calvario, per giungere alla fine ho dovuto alternare corsa e cammino al cospetto di un traguardo che non arrivava mai. Seconda esperienza ed altri errori da memorizzare per non ripeterli in futuro. A differenza della gara di Polla questa volta conoscevo il percorso e  avevo bene in mente il ritmo da tenere: niente di più facile, 5’/km come suggerivano tutte le prove fatte in allenamento e invece.....dopo la partenza sento le gambe ‘girare’ a mille, le assecondo e giudico il ritmo di 4’40”/km  nelle mie possibilità....forse mi sono tenuto troppo cauto negli allenamenti, ho pensato. La strada scorre veloce sotto i piedi, i km passano e mi convinco sempre più di essere in grado di gestire questo ritmo, forse in gara funziona così, forse in gara hai più forza nella testa e nelle gambe. Ho detto già come è andata a finire, non mi sono divertito....questa non è la mia corsa.....questa non è la mia passione e, beffa finale, tempo di gara 1h44’58” cioè 5’/km...... Riflettendoci, dopo qualche ora, quando la mente ha ripreso lucidità e le gambe dignità,  sono giunto  alla conclusione che la corsa è sempre la stessa, è sempre lo sport speciale che avevo conosciuto fin da bambino, lei non è cambiata , forse sono cambiato io. Sulla mia bacheca ho affisso le foto di questa gara che mi ritraggono in una corsa innaturale e sofferente per ricordare a me stesso cosa la corsa NON E’ con la promessa di toglierle  alla fine della prossima gara....quando, avendo fatto tesoro di queste esperienze, la corsa sarà tornata ad essere qualcosa di veramente SPECIALE.  


quello che....... la corsa non è

domenica 3 luglio 2011

STRAPOLLESE 2011

2 LUGLIO 2011 ore 18.30:   il mio debutto in una gara, 10km tra le stradine di Polla. 
Mi presento sulla linea di partenza con il mio pettorale nr. 896 e con tanta voglia di scoprire nuove sensazioni. Sono consapevole di avere la distanza nelle gambe ma non conosco il percorso e ascolto preoccupato l'analisi di chi era già presente negli anni passati. Parlano di 3km finali in salita, di un 'muro tagliagambe' prima della discesa che porta all'arrivo e di persone che hanno mollato al cospetto di tanta fatica. Non ho una tattica di gara e probabilmente oggi non saprei cosa farne, voglio solo godermi questa nuova avventura....ma alla fine devo ammettere che questo è stato un errore!!!
Al via, dopo la preghiera sul selciato della Chiesa S. Pietro Apostoli e la benedizione degli atleti da parte del Parroco(una bellissima iniziativa), mi rendo subito conto che non tutti vivono allo stesso modo la corsa o perlomeno  ne hanno un'idea diversa dalla mia: si sgomita, si cerca di portarsi tra le prime posizioni, si urla...., io, trovata la mia posizione lontano dalla ressa aspetto trepidante il segnale della partenza convinto dei miei mezzi ma totalmente all'oscuro sulla gestione delle forze in base al percorso. I primi km sono velocissimi e non mi risparmio, vengo incitato da mia moglie e mia figlia che lungo il percorso non mi fanno mancare il loro apporto. Mi rendo conto di correre ad un ritmo troppo elevato, il fatto di sentire gli altri atleti ansimare e 'sbattersi' per andare avanti un po' mi incoraggia ma le difficoltà stanno per arrivare. Il mio cardio segna quasi 8km e subito dopo una curva si inizia a salire. Durante la preparazione non mi sono affatto dedicato a questo aspetto....le salite, appunto. Senza la necessaria preparazione affronto la strada che piano piano sembra diventare un muro, il mio ritmo ormai è calato notevolmente, mi sembra di camminare e non di correre, il cuore batte a mille e il fiato è corto...cortissimo. La fine della salita è una liberazione per la mia mente ma non per le mie gambe. La mente dice che è ora di spingere, i muscoli delle gambe si rifiutano. Il tratto pianeggiante che segue è il più alto di tutto il percorso, il Vallo di Diano si apre all'orizzonte riempiendo di verde l'orizzonte, ora c'è solo discesa. Quando sento le gambe pronte riprendo a correre, affronto la discesa e mi rendo conto che anche questo aspetto va migliorato, ancora qualche metro e sono all'arrivo, altri atleti sono al mio fianco a giocarsi la 'posizione', Lisa e Jenny sono lì ad aspettarmi. Una volta sul tappetino blu che conduce dritto all'arrivo mi rendo conto che il mio obiettivo è un altro, lascio il tappetino per sfiorare mia figlia con un gesto...poi raggiungo il traguardo.